Molti ritardanti di fiamma sono stati additati, nel tempo, come sostanze pericolose e tossiche.

Questo perché le scoperte scientifiche li hanno associati sempre più spesso ad effetti avversi sulla nostra salute, ritenendoli causa di patologie anche molto gravi.

Si è cominciato così ad indagare il processo a monte, ovvero come questi prodotti potessero entrare in contatto con l’uomo e diffondersi in maniera da causare dei danni.

Ed è grazie alle numerose analisi eseguite che è stata notata la loro diffusione massiva nell’ambiente.

Ad ogni modo, con gli anni i ritardanti di fiamma hanno cambiato composizione chimica, diventando più sicuri e performanti.

Questo perché sono state introdotte delle normative mirate e i consumatori hanno iniziato a prendere consapevolezza di ciò che stava accadendo. Di conseguenza, i produttori hanno dovuto adeguarsi, scegliendo nuove molecole ritenute più innocue.

Purtroppo, ancora oggi la comunità scientifica sta iniziando a sollevare dei dubbi anche su alcuni FR attualmente in uso.

Nasce da qui la necessità, da parte dei produttori, di scegliere un ritardante di fiamma ottimale per i propri prodotti che sappia, al contempo, rispettare le normative attuali e soddisfare le richieste dei consumatori del futuro.

 

È indispensabile utilizzare un Ritardante di Fiamma?

Per prima cosa è fondamentale sottolineare l’importanza dei ritardanti di fiamma, per comprendere che in molti casi sono indispensabili per la tutela della vita delle persone.

Vengono in genere aggiunti ai prodotti industriali e di consumo per proteggere i materiali dall’accensione e prevenire i danni legati alla propagazione del fuoco.

Per questo si trovano in moltissimi oggetti di uso quotidiano, come i vestiti che indossiamo, i mobili delle nostre case, nei materiali degli edifici, nelle automobili, negli apparecchi elettronici e anche nei giocattoli per i bambini.

Questo comporta il fatto che siamo in contatto continuo con questi ritardanti di fiamma: anche 24 ore al giorno.

Addirittura alcuni di essi sono entrati a far parte della nostra catena alimentare e quindi li assumiamo senza accorgerci attraverso la nostra dieta.

Ma non solo: la loro presenza in casa, in auto, sul lavoro, ecc. ha causato una contaminazione ambientale così vasta, che se non arrestiamo il fenomeno sarà difficile tornare poi indietro.

 

Tossicità dei Ritardanti di fiamma e preoccupazioni attuali

Il problema nasce dal fatto che alcuni ritardanti di fiamma fuoriescono dai prodotti e si disperdono nell’ambiente.

Sono stati rilevati anche in concentrazioni variabili anche animali, soprattutto quelli acquatici, polli, insetti…

E poi si trovano nell’uomo.

Test condotti sulla popolazione americana hanno evidenziato tutt’oggi la presenza di tracce di ritardanti di fiamma in tutti i soggetti analizzati.

Una delle cause in comune potrebbe essere ad esempio l’esposizione continua alla polvere presente sui televisori: il riscaldamento degli apparecchi genera un rilascio di ritardanti di fiamma che si disperdono così nell’ambiente domestico.

Attualmente bisogna comunque dire che non vengono più utilizzate le sostanze tossiche di cui si è fatto largo uso nel passato. Ed è un bene, dal momento che, a distanza di decine di anni, hanno lasciato ancora tracce intorno a noi (come è accaduto per i PBDE, polibromodifenileteri che sono stati poi banditi).

Oggi si preferiscono ritardanti di fiamma organofosfati e organici alogeni che risultano meno inquinanti.

Nonostante ciò, alcuni studi hanno gettato di recente delle ombre anche su queste sostanze. Sembrerebbe, infatti, che il loro utilizzo diffuso possa causare comunque una contaminazione del suolo, dell’atmosfera, delle acque oceaniche, ecc.

Addirittura l’aria urbana ne è intrisa: per questo, in alcuni casi, viene considerata una sentinella per rilevare i cambiamenti nell’uso e nell’applicazione dei ritardanti di fiamma nei prodotti commerciali.

Possiamo concludere che l’esposizione ai ritardanti di fiamma a cui viene sottoposta la popolazione è piuttosto continua.

 

Come verrà risolta la situazione e come adeguarsi al mercato del futuro?

Da alcuni anni sono in atto dei cambiamenti normativi finalizzati a migliorare la protezione della salute pubblica, che fanno ben sperare.

Ad ogni modo, gli studi di biomonitoraggio, le iniziative legislative e regolamentari da parte dello Stato e di tutta la comunità europea si stanno soffermando sulla corretta gestione dei ritardanti di fiamma in ambienti di lavoro e in prodotti che vanno attentamente controllati (come articoli per bambini e mobili).

Le aziende, di conseguenza, dovranno sempre di più adeguarsi al cambiare delle normative e della consapevolezza globale, finché arriverà il momento in cui tutti saremo al sicuro non solo dal fuoco, ma anche dai ritardanti di fiamma tossici.

L’alternativa migliore attualmente a disposizione nel campo dei ritardanti di fiamma, è rappresentata gli agenti MINERALI.

Tra questi, il più apprezzato è l’IDROSSIDO DI ALLUMINIO.

I ritardanti di fiamma a base di idrossido di alluminio sono degli additivi minerali che vengono aggiunti per aumentare la resistenza all’accensione.

I minerali industriali come l’idrossido di alluminio (ATH) possono trovare applicazione in diversi settori.

Perché allora non si utilizzano al posto di tutti gli altri FR?

Non tutte le soluzioni a base di idrossido di alluminio sono adatte al singolo prodotto.

E se non formulati correttamente modificano le proprietà del polimero, in particolare quelle meccaniche.

Il grado in cui un prodotto a base di idrossido di alluminio può influenzare queste proprietà dipende dalle caratteristiche del ritardante di fiamma.

La dimensione delle particelle, ad esempio, è uno degli aspetti più importanti che non va affatto sottovalutato.

 

Alfrimal®: la soluzione del futuro

Una linea completa di ritardanti di fiamma a base di idrossido di alluminio e quindi non tossici, è ALFRIMAL®.

Caratterizzata da elevata efficacia e sostenibilità, ALFRIMAL® rappresenta la soluzione ideale per tutta una serie di prodotti nel settore: plastico e della gomma, chimico, tessile ed elettrico.

La sua distribuzione granulometrica è ottimizzata per l’applicazione in tutti i tipi di leganti organici e migliora le proprietà meccaniche e della superficie dei composti.

Alfrimal è stata creata dal Gruppo Alpha, che ha fatto del rispetto per il futuro la sua missione. Il Gruppo Alpha propone infatti soluzioni di massima sicurezza, capaci di tutelare al contempo la salute dell’uomo e l’attenzione per l’ambiente.

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Oswald Zimmerhofer
Direttore generale 

 

 

 

 

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